24 marzo 2014


Pudai is fundus! 


Pudai is fundus (pulizia della corona radicale )


Salute a tutti, oggi riparliamo di vino, anzi di vigne
stando al meteo e alla stagione sono gli ultimi giorni 
per fare la pulizia alla base del ceppo da tutte le radichette superficiali 
che crescono in inverno e attingono nutrimento a livello del suolo. 




La pulizia che in Sardegna si chiama pudai su fundu, la potatura radicale 
da fare a inizio primavera.
Come vediamo in figura, quelle radichette scoperte dalla terra, 
devono essere tagliate pari al ceppo con le forbici, oppure 
quando asciuga il terreno, verso aprile/maggio, mettono in seria difficolta' la vite 
in quanto la disabituano dall' aprovigionarsi dal sottosuolo. 

Inoltre come tutti sappiamo, il vino mogliora con l' eta' della vite
piu' e' vecchia la vigna e migliori saranno la qualita' dell' uva e del vino
Questo perche' le radici di profondita' scendono piu' giu' e meglio, 
si ambientano, e di conseguenza alimentano meglio la pianta... 
Ecco, le radichette superficiali disturbano questo processo di 
ambientamento e di crescita... 

Vanno tagliate ogni anno! 









15 marzo 2014


Milis, festa delle antiche cultivar sarde


Milis e la riscoperta delle antiche cultivar sarde. 

Si svolgera' a Milis nell' alto Campidano, il 16 marzo
la sagra ''Primavera in giardino'', sagra che trattera' in alcuni eventi culturali,
la riscoperta delle cultivar sarde, delle antiche piante domenstiche utilizzate in Sardegna. 
Si trattera' di pere, susine ecc.

l' Evento 

Il ricercatore olandese Guy D' Hallewin esporra' a Villa Pernis 
il risultato degli studi, sulle piante da frutto autoctone sarde custodite 
a Nuraxi Nieddu, nella collezione del Cnr di Sassari. 

Un esempio: le susine in Sardegna si possono trovare in 33 tipi, 
di cui alcune con capacita' di sostanze antiossidanti 7 volte piu' 
efficaci rispetto a quelle comuni. 

Un centinaio di tipi di pere, di cui 2 tipi hanno proprieta' terapeutiche 
molto interessanti, capaci di agevolare e velocizzare il recupero dopo 
degli interventi ai denti. 

Guy D' Hallewin dichiara: Stiamo portando avanti anche un lavoro di
collaborazione con la facolta' di medicina e la ASL di Sassari per sfrutare e
valorizzare le caratteristiche di alcuni tipi antichi di frutta della Sardegna.









4 marzo 2014

La Yogurtiera 

La Yogurtiera.

La Yogurtiera, cosi' oggi le donne chiamano il contenitore in terracotta 
normalmente usato per il casu marzu. 
E' un contenitore a forma di tegame, alto, largo quanto basta a contenere una forma 
di formaggio da 4 kg. Le pareti sono lisce e regolari, senza pancia o curve, 
ed anche il tappo e' piano e regolare, non conico come il coperchio 
del tegame tradizionale sardo. 



Il casu marzu in questo recipiente puo' continuare la sua fermentazione senza 
interferenze, senza subire riscaldamento dagli ambienti esterni, perche' la 
terracotta isola molto bene il calore; e poi, un bel coperchio pesante e aderente, 
fa si che non entrino mosche a contaminare la fermentazione. 

Il casu marzu e' un fermento, e' una rifermentazione del formaggio, 
dovuta a una mosca che depone le larve nel formaggio, questa fermentazione e' 
perfettamente naturale. 
Il casu marzu e' un alimento molto richiesto dai sardi e secondo alcuni 
vanta un effetto afrodisiaco abbastanza forte, unito al sapore piccante 
che pero' richiama il vino...




potete chiedere approposito della Yogurtiera a info@sardinianlife.com



La Scivedda


La Scivedda


E' sempre stata usata nel Campidano e in tutta la Sardegna 
la Scivedda o Sxivedda, una conca a sezione tronco-conica, 
con la parte interna ben smaltata o cristallinata, erano usate per impastare 
sia il pane che i dolci, usate anche per condire l' impasto delle salsicce 
con aromi, vino, e qualcuno anche aceto. 

La Scivedda era un recipiente generico, che per la sua versatilita' era 
usato per diverse funzioni in vari momenti della giornata o della vita familiare. 



La Scivedda era usata molto spesso per preparare i cibi, come abbiamo detto 
per impastare i dolci o il pane, era usata come recipiente molto spesso 
per uso alimentare, veniva usata anche come recipiente per l' acqua. 

C' e' poi una variante di Scivedda, col fondo largo, rigato o lavorato, 
usata nel sud Sardegna per fare la fregola, ha i bordi piu' bassi per essere comoda 
per le braccia, perche' li si impasta la semola con acqua e uova, e viene sfregata e fatta rotolare, 
la semola di grano deve diventare pallini o granuli di fregola, e facendoli rotolare si 
comprimono e si induriscono.

Poi, dobbiamo ricordarci che la popolazione italiana e' 
entrata nell' era moderna dopo gli anni 80; io ricordo mia nonna, 
che ancora non aveva recipienti in plastica a fine anni 70, ed utilizzava le sciveddas 
per mettere la biancheria in ammollo, altre volte nello stesso recipiente venivano 
lavati i bambini in fasce, i neonati... 

Una signora di Pabillonis, che lavorava la lana, metteva la stessa lana in ammollo nelle 
Sciveddas sia per lavare la lana che per mordenzarla e colorarla. 

Oggi, che cerchiamo di riscoprire la tradizione perche' e' pur sempre un patrimonio da 
cui attingere, le Sciveddas sono ancora usate sia nelle cucine di certi ristoranti, 
nelle cucine degli agriturismi, nelle case di tante donne che ancora usano 
le stoviglie tradizioneali. 

Per i collezionisti, o per gli amanti dell' artigianato a scopo di esposizione, 
la Scivedda appesa al muro in una cucina rustica e' sempre un bel articolo 
che ne arricchisce l' estetica.





Per info e ordinazioni sulle sciveddas 

oppure contattate direttamente info@sardinianlife.com












2 marzo 2014



Di nuovo sulla Sapa di Mosto 


Di nuovo sulla Sapa di Mosto 


Come gia' scritto in un precedente post e in un commento, 
era usanza diffusa in Sardegna fare la sapa di mosto, col mosto 
appena diraspato, che non avesse ancora cominciato la fementazione.
Come gia' detto si fa bollire il mosto fino a raffinarlo completamente,
deve essere consistente quasi come la marmellata.
La sapa si fa esclusivamente di mosto di uve bianche, come addensante 
si puo' mettere la mela e la mela cotogna, tagliate in spicchi. 

Prima che ci fossero le padelle in alluminio o acciaio la sapa 
veniva prodotta esclusivamente raffinando il mosto a fuoco lento 

Ancora oggi si possono trovare artigiani che producono di queste 
pentole, come in figura 


Per informazioni sulle pentole

oppure contattate direttamente info@sardinianlife.com